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Linee guida procedura sperimentale per la determinazione di ritardanti di fiamma alogenati presenti in ambienti di lavoro
La Convenzione firmata nel maggio del 2004, successivamente emendata nel 2009 e 2011, ha l’obiettivo di salvaguardare la salute umana e l’ambiente, identificando una lista di inquinanti noti per la loro tossicità, capacità di bioaccumulo e trasporto su lunghe distanze. Questi inquinanti sono denominati “Inquinanti Organici Persistenti” (POP). La Convenzione si propone di eliminare o ridurre l’uso di tali sostanze nocive.
Sebbene l’Italia abbia sottoscritto la Convenzione il 23 maggio 2001, insieme ad altri 91 Paesi, è tra le poche nazioni al mondo, tra cui Stati Uniti, Haiti, Israele e Malesia, a non averla ancora ratificata. Di conseguenza, l’Italia non è obbligata, a differenza degli Stati aderenti, a limitare o eliminare i rilasci non intenzionali di queste sostanze.
Tra i POP figurano i ritardanti di fiamma alogenati (HFR), introdotti su larga scala negli anni ’70. Questi composti vengono utilizzati in materiali e oggetti facilmente infiammabili per ridurre lo sviluppo di fumo e limitare la propagazione delle fiamme in caso di incendio. Dopo l’introduzione della Convenzione, alcuni HFR sono stati sostituiti da nuovi composti con una struttura chimica simile, che si ritiene possano avere una tossicità comparabile.
Questi inquinanti persistenti si trovano comunemente nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE). Di conseguenza, negli impianti di riciclaggio e smaltimento dei rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE), che ricevono dispositivi di vecchia e nuova generazione, i processi di triturazione possono causare il rilascio involontario degli HFR nell’ambiente circostante, rappresentando così un rischio per i lavoratori.
Per monitorare questi ambienti lavorativi particolarmente esposti, il laboratorio INAIL specializzato nella sicurezza delle attività produttive e degli insediamenti antropici, ha sviluppato un metodo analitico ottimizzato. Questo metodo garantisce elevata selettività e sensibilità nella rilevazione dei ritardanti di fiamma, sia di vecchia che di nuova generazione, presenti negli impianti di riciclaggio e smaltimento dei RAEE. La metodologia è stata applicata a campioni di materiale particolato raccolti direttamente in un impianto, fornendo dati utili per valutare i rischi ambientali e lavorativi.
Di seguito si riporta il sommario del documento:
Premessa
1. Introduzione
2. Ritardanti di fiamma alogenati in studio
3. Determinazione di ritardanti di fiamma alogenati in campioni di materiale particolato
4. Conclusioni
5. Bibliografia
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