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Linee guida agenti biologici: fattori di rischio cancerogeno occupazionale

Il D.Lgs. 81/2008 identifica tre principali tipologie di “danno” che possono derivare dall’esposizione ad agenti biologici: infezioni, allergie e intossicazioni. La pandemia di SARS-CoV-2, iniziata nel 2019 ha messo in evidenza l’enorme impatto sociale dell’esposizione agli agenti biologici, in particolare quelli infettivi. La trasmissibilità di questi agenti, attraverso la cosiddetta catena del contagio, può colpire direttamente o indirettamente gli individui, diffondendo l’infezione in modo indiscriminato tra ambienti di vita e di lavoro. Oltre a infezioni, allergie e intossicazioni, l’esposizione a virus, batteri, parassiti e funghi può anche causare lo sviluppo di tumori negli esseri umani.

Nel contesto lavorativo, la normativa associa l’effetto cancerogeno principalmente agli agenti chimici, come previsto dal Titolo IX del d.lgs. 81/08. Tuttavia, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato come cancerogeni di tipo 1 (ovvero, sicuramente cancerogeni) undici agenti biologici, tra cui virus, batteri e parassiti, elencati nell’Allegato XLVI del Titolo X “Agenti biologici” del d.lgs. 81/08. Molti virus, batteri, funghi ed endoparassiti, inclusi nell’Allegato XLVI del d.lgs. 81/08, sono associati all’insorgenza di cancro nell’uomo e ne è stata proposta una interessante classificazione basata sulla interazione tra agenti infettivi e cellule/organismi ospiti. Il sistema proposto include tre principali classi di relazioni:

a) Agenti infettivi che aggrediscono il sistema immunitario dell’ospite e che causano lo sviluppo di linfomi o di forme di immunosoppressione che possono favorire l’insorgere di altre infezioni oncogene (ad esempio HTLV1, HIV).

b) Agenti infettivi che aggrediscono il parenchima, inducendo metaplasie e displasie che successivamente degenerano in carcinomi e sarcomi. Un tipico esempio è rappresentato dai virus dell’epatite HBV e HCV e da alcuni elminti, come gli schistosomi e Clonorchis sinensis.

c) Agenti infettivi che determinano effetti locali su tessuti epiteliali, ad esempio interagendo con la regolazione ormonale o alterando equilibri a livello di microbioma, inducendo, così, processi degenerativi in tessuti anche distanti dalla sede dell’infezione (Blaser, 2008).

Questo lavoro si propone di esaminare gli agenti biologici inclusi nell’Allegato XLVI del d.lgs. 81/08 e nell’Allegato III della Direttiva 2019/1833, classificati dalla IARC come cancerogeni o potenzialmente tali, basandosi su evidenze cliniche e sperimentali. Inoltre, nelle conclusioni del documento vengono offerte alcune riflessioni su possibili iniziative future per approfondire il fenomeno nel contesto occupazionale.

Di seguito si riporta l’indice del documento:

Introduzione
Obiettivi dello studio
Review della letteratura scientifica
a) Batteri
b) Virus
c) Funghi
d) Endoparassiti
Rischio occupazionale
Conclusioni
Bibliografia
Normativa di riferimento

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