SPAZI CONFINATI E NORMA UNI 11958: LE RISPOSTE DEGLI ESPERTI
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Vega Formazione ha recentemente organizzato un seminario dedicato alla gestione dei rischi negli spazi confinati, seguendo le linee guida della norma UNI 11958 e gli standard internazionali di riferimento. Durante l’evento, sono stati approfonditi i criteri per l’identificazione e la classificazione degli spazi confinati, nonché le metodologie per la valutazione e la gestione dei rischi, con particolare attenzione ai requisiti normativi imposti dal DPR 177/11.
Se non hai potuto seguire il seminario in diretta, puoi accedere alla registrazione presente sulla piattaforma e-learning di Vega Formazione previa registrazione gratuita, cliccando sul seguente link: SEMINARIO E-LEARNING “SPAZI CONFINATI: COME IDENTIFICARE, CLASSIFICARE E VALUTARE I RISCHI SECONDO LA NORMA UNI 11958 E GLI STANDARD INTERNAZIONALI”.
LE DOMANDE PIÙ RILEVANTI EMERSE DURANTE IL SEMINARIO
Durante il seminario, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di porre domande per chiarire dubbi e approfondire specifici aspetti della normativa e delle buone prassi operative. Di seguito, riportiamo alcune delle domande più significative con le relative risposte fornite dagli esperti.
Domanda | Risposta |
Uno scavo longitudinale su carreggiata stradale con profondità superiore ai 2 metri può essere considerato spazio confinato? | La tipologia descritta non sembra rientrare nella definizione di spazio confinato, ma è necessaria una valutazione caso per caso in base alle condizioni specifiche. |
Una galleria autostradale lunga 3 km è spazio confinato? | Non si tratta di spazio confinato, non avendo le caratteristiche di limitazione dell’accesso e della ventilazione tipiche degli spazi confinati. |
Nel campo di applicazione del DPR 177/11, l’atmosfera pericolosa deve essere considerata solo se già presente o anche se introdotta dalle lavorazioni che si andranno a svolgere? | L’atmosfera pericolosa da considerare può essere anche quella prodotta da lavorazioni svolte all’interno dello spazio confinato. |
In quali casi uno scavo può essere considerato spazio confinato? | Poiché la legislazione vigente non fornisce una definizione generale di spazio confinato, si può affermare in termini generali che uno scavo può essere assimilato a uno spazio confinato quando l’accesso, l’uscita e il recupero dei lavoratori presentano difficoltà significative, ad esempio a causa di passaggi ristretti, e quando il lavoratore deve entrare completamente nello scavo. |
Se un’attività in ambiente confinato viene svolta da un’impresa terza, la procedura di autorizzazione deve essere obbligatoriamente condivisa e firmata dal datore di lavoro dell’impresa esecutrice oppure può essere condivisa con il preposto della stessa impresa? | La normativa non entra nello specifico di questi aspetti: è chiaro che il preposto dell’impresa esecutrice deve conoscere questa procedura, così come tutte le altre relative alle attività lavorative. Tuttavia, è altrettanto evidente che tali procedure devono essere rese note al rappresentante del datore di lavoro committente per le attività in ambienti confinati, come previsto dall’art. 3 del DPR 177/11. |
La normativa prevede specifici obblighi di formazione per il personale che deve operare in ambienti confinati? | Sì, la normativa prevede un obbligo di formazione per chi opera in ambienti confinati, come indicato nel DPR 177/11. Tale obbligo rientra nel più ampio obbligo di formazione dei lavoratori previsto dall’art. 37 del D.Lgs. 81/08. Inoltre, il futuro Accordo Stato Regioni sulla formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro fornirà indicazioni specifiche sulle caratteristiche di tale formazione. |
In caso di dubbio sulla classificazione di un ambiente come spazio confinato, è possibile richiedere un consulto al Servizio di Prevenzione e Protezione dell’ASL, considerando che tale servizio ha anche poteri sanzionatori? | È possibile coinvolgere gli enti di controllo in situazioni dubbie, tenendo presente che essi non svolgono ruoli consulenziali. L’esempio descritto rientra in un caso “dubbio” per l’assenza di una definizione univoca di spazio confinato. Tuttavia, indipendentemente dall’applicazione del DPR 177/11, è sempre necessario adottare tutte le misure di sicurezza per la tutela dei lavoratori. Spesso, l’applicazione di una normativa specifica o l’uso della legislazione generale porta a misure di prevenzione simili, riducendo le differenze pratiche tra le due opzioni. |
La normativa stabilisce un criterio specifico per la composizione della squadra di lavoro, tra operatori interni ed esterni allo spazio confinato? | No, la legislazione e la normativa tecnica vigenti non forniscono indicazioni specifiche sulla numerosità della squadra o sul rapporto tra lavoratori e preposti. |
Chi ha l’onere di prevedere e gestire la squadra di emergenza e recupero: il committente o l’impresa esecutrice? | La squadra di emergenza e recupero deve essere generalmente prevista, organizzata e gestita dall’impresa esecutrice. Tuttavia, in alcuni contesti particolari, come stabilimenti industriali estesi o con rischi ambientali rilevanti, la gestione dell’emergenza può essere organizzata congiuntamente tra impresa esecutrice e committente o, in alcuni casi, direttamente dal committente. |
Il permesso di ingresso è sempre necessario? | Secondo la norma UNI 11958, il permesso di ingresso (denominato “Autorizzazione all’ingresso”) è sempre necessario. La stessa norma, al punto 3.2, lo indica come un documento fondamentale per garantire la sicurezza nelle attività in spazi confinati o sospetti di inquinamento. Questo documento è inoltre previsto nelle procedure operative specifiche per tali attività e deve essere verificato dal preposto prima di consentire l’accesso agli operatori. |
Il seminario ha fornito ai partecipanti strumenti operativi e conoscenze tecniche fondamentali per affrontare la gestione della sicurezza negli spazi confinati, rafforzando la consapevolezza dei rischi e delle soluzioni applicabili nel rispetto delle normative vigenti.
PER APPROFONDIRE…
Vega Formazione propone il corso ” Spazi Confinati: identificazione, classificazione e valutazione dei rischi secondo la norma UNI 11958 e gli standard internazionali” nel quale si approfondisce come utilizzare efficacemente questa norma per identificare gli spazi confinati.
MODULO INCARICO DEL RAPPRESENTANTE COMMITTENTE PER ATTIVITÀ IN SPAZI CONFINATI
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