INFORTUNI SUL LAVORO: 60 MORTI A GENNAIO 2025, +33,3% RISPETTO AL 2024
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L’anno nuovo si apre con un bilancio drammatico sul fronte della sicurezza nei luoghi di lavoro. A gennaio 2025 si registrano 60 morti sul lavoro, 15 in più rispetto allo stesso mese del 2024, con un aumento del +33,3%. Di questi, 46 sono avvenuti in occasione di lavoro e 14 in itinere.
La distribuzione settimanale delle morti rivela che il martedì è stato il giorno con più infortuni mortali (23,9% del totale).
MORTALITÀ SUL LAVORO: ANALISI REGIONALE
A livello territoriale, il rischio infortunistico varia sensibilmente tra le diverse regioni italiane. Secondo la mappatura dell’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering, la suddivisione delle regioni in base all’incidenza degli infortuni mortali (calcolata sulle vittime in occasione di lavoro per milione di occupati) è la seguente:
- Zona rossa (rischio più elevato): Umbria, Trentino-Alto Adige, Calabria, Basilicata, Puglia, Piemonte.
- Zona arancione: Campania e Veneto.
- Zona gialla: Lombardia, Liguria, Marche.
- Zona bianca (rischio più basso): Toscana, Lazio, Sicilia, Emilia-Romagna. Qui troviamo anche le regioni senza vittime: Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Sardegna e Valle d’Aosta.
Nel primo mese del 2025, i numeri assoluti delle vittime in occasione di lavoro (quindi con esclusione degli infortuni in itinere) si registra in:
- Lombardia: 8 morti in occasione di lavoro.
- Piemonte, Veneto e Puglia: 5 morti ciascuna.
- Campania e Umbria: 4 morti ciascuna.
- Trentino-Alto Adige e Calabria: 3 morti ciascuna.
- Lazio e Toscana: 2 morti ciascuna.
- Sicilia, Marche, Liguria, Emilia-Romagna e Basilicata: 1 morto ciascuna.
In Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo, Valle d’Aosta, Sardegna e Molise non si è rilevata alcuna vittima sul lavoro.
IL SETTORE PIÙ A RISCHIO: TRASPORTI E MAGAZZINAGGIO IL PIÙ COLPITO
I dati settoriali mostrano che il trasporto e magazzinaggio è il comparto con il maggior numero di decessi in occasione di lavoro (6 morti). Seguono le attività manifatturiere e le costruzioni: 4 morti ciascuna.
CHI RISCHIA DI PIÙ? LE FASCE D’ETÀ PIÙ COLPITE E LA NAZIONALITÀ
L’analisi per fasce d’età conferma un rischio più elevato per:
- 55-64 anni: tasso di incidenza più alto (4,5 decessi per milione di occupati).
- 15-24 anni: seconda fascia più colpita (2,5 decessi per milione di occupati).
I dati evidenziano quindi che il rischio infortunistico colpisce sia i lavoratori più esperti sia quelli più giovani, con dinamiche e cause differenti.
A gennaio 2025, 10 delle 46 vittime in occasione di lavoro erano lavoratori stranieri, registrando un’incidenza di 4,2 morti per milione di occupati, più del doppio rispetto agli italiani (1,7 per milione).
OSSERVATORIO SICUREZZA SUL LAVORO
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