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COSA SONO I CAMBIAMENTI CLIMATICI?

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La settimana dal 3 al 10 luglio 2023 è stata la più calda di sempre tra quelle registrate nella storia. Gli effetti del surriscaldamento globale sono evidenti anche da questi record misurati su scala macroscopica.

In effetti, i cambiamenti climatici si riferiscono alle modifiche a lungo termine nei modelli meteorologici della Terra. Questi cambiamenti possono riguardare temperature medie più elevate, variazioni nei modelli di precipitazioni, innalzamento del livello del mare, estinzioni di specie, cambiamenti negli ecosistemi e altri fenomeni legati al clima.

Oggi i fenomeni climatici che si manifestano sono però anche sempre più estremi, frequenti e devastanti e la comunità scientifica è ormai unanime nell’indicare le attività umane tra le cause principali di questi cambiamenti climatici, a cominciare dalla combustione di combustibili fossili come il carbone, il petrolio e il gas.

Ma è possibile cambiare rotta?

QUALI SONO LE CAUSE DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI?

Le cause principali dei cambiamenti climatici sono attribuite all’attività umana, in particolare all’uso massiccio dei combustibili fossili che genera emissioni di gas a effetto serra. I gas serra, come il biossido di carbonio (CO2), il metano (CH4), e l’ossido nitroso (N2O), trattengono il calore nell’atmosfera terrestre, innalzando la temperatura del pianeta. Le principali fonti di queste emissioni, oltre all’uso di combustibili fossili per produrre energia, includono l’industria, i trasporti, l’edilizia, l’agricoltura e l’uso del suolo.

COSA DICONO I DATI DISPONIBILI?

La concentrazione di gas serra nell’atmosfera ha raggiunto livelli record:

  • l’anidride carbonica è aumentata di quasi il 150% rispetto ai livelli preindustriali,
  • il metano del 262%
  • il protossido di azoto del 123% rispetto ai livelli preindustriali.

Lo dice il World Meteorological Organization (WMO) nel rapporto sullo stato del clima globale del 2022, mettendo in evidenza come il cambiamento climatico stia continuando la sua avanzata, ponendo l’accento sui seguenti punti:

  • Siccità, inondazioni e ondate di calore colpiscono gran parte del mondo e i costi sono in aumento
  • Le temperature medie globali degli ultimi 8 anni sono state le più alte mai registrate
  • Il livello del mare e il calore degli oceani sono a livelli record e questa tendenza continuerà per molti secoli
  • Il ghiaccio marino antartico è sceso al suo livello più basso mai registrata
  • lo scioglimento di alcuni ghiacciai europei è stato fuori scala

L’Osservatorio di Mauna Loa (MLO) del National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), ubicato ad un’altitudine di 3397 metri sul vulcano Mauna Loa alle Hawaii, è un’importante struttura di ricerca atmosferica che monitora e raccoglie continuamente, sin dagli anni ’50, dati sui costituenti nell’atmosfera che possono causare cambiamenti climatici.

Le misurazioni effettuate vedono un costante aumento della concentrazione della CO2 in atmosfera: negli ultimi 43 anni (1979-2022) si è registrato un aumento medio di 1,88 ppm/anno. Questo aumento di CO2 in realtà sta accelerando: mentre negli anni ’80 era in media di circa 1,6 ppm/anno e negli anni ’90 di 1,5 ppm/anno, durante l’ultimo decennio (2012-2022) il tasso di crescita è stato in media di 2,4 ppm/anno. L’aumento di CO2 dal 1 gennaio 2022 al 1 gennaio 2023 è stato di 2,19 ± 0,08 ppm/anno.

La concentrazione di CO2 provoca l’innalzamento globale della temperatura che a sua volta rende sempre più frequenti fenomeni di inondazioni, siccità, dissesto idrogeologico, diffusione di malattie, crisi dei sistemi agricoli, crisi idrica e estinzione di specie animali e vegetali. 

Dai grafici del Climate Science, Awareness and Solutions (CSAS) presso l’Earth Institute della Columbia University, New York, USA, la temperatura globale media misurata a maggio 2023 risulta essere +1,22°C sopra alla media del periodo di confronto preindustriale 1880-1920: si tratta del terzo maggio più caldo dal 1880.

L’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) è l’organismo delle Nazioni Unite che ha come obiettivo fornire ai governi a tutti i livelli le informazioni scientifiche da utilizzare per poter sviluppare politiche climatiche e negoziati internazionali sui cambiamenti climatici. Dal Sesto Rapporto di Valutazione redatto nel 2023, che raccoglie i contenuti principali della ricerca mondiale sul clima, ne emerge la forte probabilità che le temperature globali raggiungeranno un aumento di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, ponendoci sulla rotta di un superamento dell’obiettivo fissato dalle Parti alla conferenza sul clima di Parigi del 2015.

QUALI SONO GLI EFFETTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI?

Gli effetti del cambiamento climatico in atto negli ultimi anni sono svariati che possono essere osservati in tutto il mondo e riguardano diverse aree e aspetti della vita sulla Terra. Di seguito riportiamo i principali:

  • Temperature più elevate: aumentando la concentrazione di gas serra, aumenta anche la temperatura superficiale globale, le giornate afose e le ondate di calore. Le temperature nell’Artico sono aumentate con una velocità più che doppia rispetto alla media globale. Ciò può comportare conseguenze anche gravi sulla salute umana, favorire l’insorgenza di patologie da calore e rendere più difficile lavorare all’aperto, mentre gli incendi si verificano più facilmente e si propagano più rapidamente.
  • Variazione delle precipitazioni: con l’aumento delle temperature si rileva una maggiore umidità che accentua le precipitazioni estreme e le inondazioni, causando temporali sempre più devastanti. Anche la frequenza e l’estensione di tempeste tropicali, cicloni, uragani e tifoni, sono influenzate dal riscaldamento delle acque superficiali oceaniche. Si tratta di fenomeni atmosferici in grado di distruggere intere comunità, causando enormi perdite umane ed economiche.
  • Aumento della siccità: l’aumento delle temperature comporta conseguenze anche sulla disponibilità di risorse idriche, soprattutto per quelle aree già afflitte da stress idrico e con un ecosistema fragile. La siccità comporta necessariamente conseguenze negative per il settore agricolo oltre ad un avanzamento della desertificazione.
  • Riscaldamento e innalzamento del livello del mare: Le acque oceaniche assorbono la maggior parte del calore derivante dal riscaldamento atmosferico globale, determinando un loro riscaldamento a tutte le profondità. A maggior calore corrisponde un aumento del volume delle acque con conseguente innalzamento dei livelli che, associati al progressivo scioglimento delle calotte glaciali, determina rischi per le comunità costiere ed insulari. Ad aggravare la situazione concorre l’assorbimento della CO2 assorbita all’atmosfera da parte degli oceani con conseguente acidificazione degli stessi, comportando effetti negativi sulle specie marine e sulle barriere coralline.
  • Perdita di biodiversità: i cambiamenti climatici influenzano gli ecosistemi terrestri e marini. Alcune specie riusciranno ad adattarsi alle variazioni climatiche ma molte sono a rischio di estinzione nei prossimi decenni. Incendi boschivi, condizioni meteo estreme, parassiti infestanti e malattie sono tra le molte minacce legate al cambiamento climatico.
  • Carenza di cibo: pesca, agricoltura e allevamento del bestiame potrebbero sparire o divenire meno produttivi. L’acidificazione delle acque oceaniche, l’intrusione salina sui terreni a destinazione agricola e per il pascolo, la minore disponibilità di risorse idriche sono tra le cause dell’aumento della fame e della malnutrizione nel mondo.
  • Maggiori rischi per la salute umana: inquinamento dell’aria, malattie, eventi meteorologici estremi, migrazioni forzate e problemi di salute, aumento della fame e della cattiva alimentazione in luoghi dove le persone non possono coltivare o trovare sufficiente cibo comportano effetti negativi sulla salute umana.
  • Povertà e migrazione umana: il cambiamento climatico aggrava i fattori che determinano lo stato di povertà. Le inondazioni possono spazzare via interi quartieri delle città, il calore può rendere difficile il lavoro all’aperto e la scarsità d’acqua può colpire pascoli e colture. Chi non può migrare dalle regioni più colpite dai cambiamenti climatici, resta in condizioni di povertà. E chi migra porta con sé un aumento della pressione sulle risorse e sulla stabilità della zona in cui si trasferisce, ridefinendone gli equilibri.

COSA POSSIAMO FARE PER MIGLIORARE LA SITUAZIONE?

Il Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite (UNRIC), il cui compito principale è la diffusione di informazioni sull’ampio spettro di attività svolte dal sistema ONU, negli ultimi anni ha visto il suo ruolo prendere sempre più piede nella promozione della conoscenza degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e la diffusione degli scopi dell’Agenda 2030.

Agisci adesso (“ActNow”) è la campagna delle Nazioni Unite per l’azione individuale in materia di cambiamenti climatici e sostenibilità. In merito ai cambiamenti climatici l’UNRIC delinea quelle che potrebbero essere gli stili di vita individuali, a basse emissioni di carbonio, che potrebbero portare a benefici a livello globale:

  • Risparmiare energia in casa: utilizzare meno energia prodotta da fonti quali carbone, petrolio e gas, abbassare gli impianti di riscaldamento e raffreddamento, passare a dispositivi elettrici efficienti sotto il profilo energetico. Passare, se possibile, a fonti rinnovabili come l’energia eolica o solare.
  • Dismettere l’uso di veicoli a motore termico: Camminare, pedalare o usare i trasporti pubblici sono azioni che comportano una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e un miglioramento della salute personale. In caso di acquisto di un nuovo veicolo, preferire un modello elettrico: pur continuando a funzionare grazie all’elettricità prodotta (in parte) dai combustibili fossili, le auto elettriche contribuiscono a ridurre l’inquinamento atmosferico e producono molte meno emissioni di gas a effetto serra rispetto ai veicoli alimentati a gas o a diesel.
  • Seguire una dieta più possibile vegetariana: prediligere verdura, frutta, grani interi, legumi, frutta secca e semi, riducendo il consumo di carne e latticini. In genere la produzione di alimenti di origine vegetale dà luogo a minori emissioni di gas a effetto serra e richiede meno energia, terra e acqua.
  • Viaggiare sostenibile: ridurre l’uso degli aerei in quanto bruciano grandi quantità di combustibili fossili preferendo, quando possibile, il treno.
  • Evitare gli sprechi di cibo: buttare il cibo significa sprecare le risorse e l’energia che sono stati utilizzati per produrlo.
  • Ridurre, riutilizzare, riparare e riciclare: I beni che acquistiamo provocano emissioni di carbonio in ogni fase della produzione, dobbiamo quindi preferire oggetti che rientrano nel concetto di economia circolare, riutilizzare, riparare ciò che si può e riciclare.
  • Scegliere prodotti green: preferire gli acquisti di alimenti locali e di stagione, scegliere prodotti di aziende che utilizzano le risorse in maniera responsabile e si impegnano a ridurre le loro emissioni di gas e i loro rifiuti.
  • Sensibilizzare il prossimo: coinvolgere tutti gli stakeholders, che siano i vicini, i colleghi, gli amici e i familiari, le aziende da cui si acquistano prodotti, le organizzazioni locali e mondiali, e far comprendere che l’azione di ciascuno porta e benefici per tutti.

RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA E SOSTENIBILITÀ TRA GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO

Le imprese e le organizzazioni hanno delle responsabilità verso la società e l’ambiente in cui operano, si chiede quindi anche a loro di attuare un approccio che tenga in considerazione gli impatti sociali e ambientali delle proprie attività. Le pratiche di responsabilità sociale e di sostenibilità possono variare da un’azienda all’altra e dipendono dal settore in cui operano, dalle dimensioni dell’azienda e dalla cultura aziendale. In alcuni casi possono essere integrate in ogni aspetto della loro strategia aziendale, mentre in altri si concentrano su iniziative specifiche o progetti sociali.

Inoltre, l’interesse dei consumatori verso aziende socialmente responsabili è cresciuto nel tempo e molte persone tendono a preferire aziende che dimostrano un impegno serio nei confronti della responsabilità sociale e ambientale.

L’OSSERVATORIO SICUREZZA E AMBIENTE DI VEGA

L’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega monitora indicatori ambientali che, sulla base di dati ISTAT e ISPRA, permettono di verificare l’andamento dei cambiamenti climatici in corso.

I dati sono forniti in formato grafico in modo da poter rendere il report di facile e veloce comprensione.

PER APPROFONDIRE…

Vega Formazione propone percorsi formativi in materia di Responsabilità Sociale e Sostenibilità: tutte le imprese che vogliono adottare un approccio responsabile dal punto di vista ambientale e sociale o che semplicemente vogliono iniziare ad approfondire il tema, possono frequentare uno dei seminari gratuiti messi a disposizione nell’area dedicata SOSTENIBILITÀ E RESPONSABILITÀ SOCIALE.

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