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Linee guida esposizione a temperature estreme ed impatti sulla salute e sicurezza sul lavoro. Il progetto worklimate e la piattaforma previsionale di allerta

INAIL ha pubblicato il documento “Esposizione a temperature estreme ed impatti sulla salute e sicurezza sul lavoro. Il Progetto Worklimate e la piattaforma previsionale di allerta”, un vero e proprio decalogo per prevenire le patologie da calore nei luoghi di lavoro.

A QUALI RISCHI PER LA SALUTE SONO ESPOSTI I LAVORATORI CHE OPERANO IN CONDIZIONI DI CALDO ESTREMO?

Il vademecum dell’INAIL si apre con la descrizione delle patologie da calore, tra le quali rientrano i crampi, la dermatite da sudore, gli squilibri idrominerali fino al colpo di calore, che può comportare aritmie cardiache e l’innalzamento della temperatura corporea oltre i 40°.

Vi sono poi una serie di patologie croniche che aumentano il rischio di effetti avversi del caldo, sia nei lavoratori, sia nella popolazione generale. Tra queste, le malattie della tiroide, l’obesità, l’asma e la bronchite cronica, il diabete e le patologie cardiovascolari.

QUALI SONO GLI OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO PER TUTELARE LA SALUTE DEI LAVORATORI DAL RISCHIO STRESS TERMICO?

Compito del datore di lavoro è individuare procedure specifiche per attuare le misure più efficaci, a partire dalla scelta di una persona che sovrintenda al piano di sorveglianza per la prevenzione degli effetti dello stress da caldo. Fondamentale è la formazione dei lavoratori, e, tra le strategie, è importante considerare l’importanza dell’idratazione, di un abbigliamento adeguato, della riorganizzazione dei turni di lavoro e della possibilità di accedere ad aree ombreggiate durante le pause.

Si riportano di seguito i 10 punti con cui il vademecum dell’INAIL affronta la gestione del rischio di esposizione al caldo nei luoghi di lavoro:

  1. DESIGNARE UNA PERSONA CHE SOVRINTENDA AL PIANO DI SORVEGLIANZA PER LA PREVENZIONE DEGLI EFFETTI DELLO STRESS DA CALDO SULLA SALUTE E SULLA SICUREZZA E L’ADEGUATA RISPOSTA
  2. IDENTIFICAZIONE DEI PERICOLI E VALUTAZIONE DEL RISCHIO
  3. FORMAZIONE
  4. STRATEGIE DI PREVENZIONE E PROTEZIONI INDIVIDUALI PER I LAVORATORI
  5. RIORGANIZZAZIONE DEI TURNI DI LAVORO
  6. RENDERE DISPONIBILI E ACCESSIBILI AREE OMBREGGIATE PER LE PAUSE
  7. FAVORIRE L’ACCLIMATAZIONE DEI LAVORATORI
  8. REALIZZAZIONE DEL “SISTEMA DEL COMPAGNO”
  9. PIANIFICAZIONE E RISPOSTA ALLE EMERGENZE
  10. MISURE SPECIFICHE PER I LUOGHI DI LAVORO IN AMBIENTI CHIUSI

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